mercoledì 9 settembre 2015

Dei ripassi per New York

Per un attimo concentriamoci sui punti fondamentali del mio futuro: New York.
Che sono felice ed emozionata come una bambina la notte della vigilia di Natale l'ho già detto? E che conto le ore? E che non faccio altro che pensare a "quando sarò a New York farò/vedrò/visiterò/guarderò/fotograferò..."?
Insomma, sto in fissa come una sedicenne alla prima vacanza da sola con le amiche al campeggio "Le Rocchette" di Castiglione Della Pescaia (true story, ndV).

Per sbrogliare quest'ansia mista eccitazione, ho deciso di ripassare un po' le mie basi cognitive sulla Grande Mela: ecco tutto quello che sto rileggendo, rivedendo e riascoltando e che mi ha fatto amare follemente quell'isoletta affacciata sull'Hudson.

LIBRI:

Colazione da Tiffany (Truman Capote)
*Abitavo nella casa da circa una settimana quando notai che la casella dell'appartamento numero due era contrassegnata da un bigliettino perlomeno strano. Stampato con una certa eleganza formale, il biglietto diceva: Signorina Holiday Golightly, e sotto, in un angolo: in transito*

Toglietevi dalla testa Audrey e la Holly edulcorata del film, sto parlando di un capolavoro (a mio personale avviso) della letteratura americana del Novecento.
La "Colazione da Tiffany" degna di nota, ci presenta una Holly Golightly cinica e matta come un cavallo ma nonostante ciò adorabile. Ed è lei che ci porta da Tiffany, un posto che la fa sentire al sicuro da ogni sua paturnia, e che ci porta in quel delizioso ma caotico appartamento nell'Upper East Side. Ed è sempre lei che abbandona il suo gatto ad Harlem, senza però quel finale stucchevole della pellicola.
La sua New York, seppur nello splendore degli anni 50, ha molto della cupezza attuale.

Belli e dannati (Francis Scott Fitzgerald)
*Non faccio niente, perché non c'è niente che valga la pena di essere fatto.*

Il miglior romanzo dell'autore, migliore perfino del "Grande Gatsby" (sono opinioni insindacabili, ndV). Anthony e Gloria, nel loro essere squattrinati e bellissimi, nel loro amore fatto di alcol e violenza, ci trascinano nella splendida New York degli anni trenta, prima della guerra.
Non si può leggere Fitzgerald e non sognare di essere per quelle strade caotiche con lui, di non cenare insieme al 21 oppure non invidiare terribilmente il suo folle amore con Zelda (lasciamo poi perdere come è finita, ndV).
La New York di quelle pagine è forse la mia preferita, luccicante ma marcia, splendida e decadente, un ossimoro fatto di strade e palazzi.

American Psycho (Breat Easton Ellis)
*Non sono tempi per gli innocenti, questi.*

Gli yuppies, gli anni 80, le spalline imbottite, la cocaina, i locali migliori, Saks, l'alcol, Hell's Kitchen, il Dorsia: tutto questo trasuda dalle pagine di Easton Ellis. Il resto è la nota violenza e la tortura a cui sottopone ogni notte le sue vittime Patrick Bateman, il protagonista del romanzo.
Ho odiato -talvolta- quelle pagine, per la violenza cruda e gratuita, ma ho anche amato quella città fatta che rappresenta la quintessenza del sogno del secolo scorso, quello stile che ha fatto di noi nati negli anni 80 vittime di un sogno irrealizzabile.

Piccole donne crescono (Louisa May Alcott)
*Un anno di vita è sempre qualcosa di compiuto. Accadono spesso fatti negativi che mai si ripeteranno uguali.*

C'entra poco, lo so, ma avete presente il titolo del blog? Ecco, appunto.
Comunque Jo va a New York dopo aver litigato con Laurie ed è proprio là che conosce il professor Baehr. E nasce qualcosa fra loro, oltre che per le evidenti affinità artistiche, proprio per il brulicare delle strade di Manhattan.
E quando lui la porta a Broadway, a teatro?
Ecco, pensiamo davvero di poter passeggiare per Manhattan senza dedicare nemmeno un piccolo pensiero alla più amata delle sorelle March?
No, infatti.

FILM:

Il diavolo veste Prada
*Oh, non essere ridicola, Andrea! Tutti vogliono questa vita. Tutti vogliono essere noi*

Okay, è un film per donnette con il mito dell'alta moda, lo so. Ma non si può, non amare New York guardandolo! Sì, okay, i vestiti bellissimi, Miranda Prisley, Andy, il fidanzato fighissimo, le copie mai scritte di Harry Potter e tutte le Emily del mondo, ma vogliamo parlare della città sbrilluccicante e glamour?
E dei locali dove gli amici vanno a bere insieme? E della mostra organizzata dall'amica di Andy? E della casa di Miranda?
É perfetta, perchè non risulta nè pacchiana, nè esagerata, pur nel pressante sottofondo del cellulare che squilla.

C'è post@ per te
*Volevo tanto che fossi tu!*

AH! Una delle migliori commedie romantiche di sempre: Lui e Lei che si conoscono in chat e si adorano ma si odiano nella vita vera, fintanto che poi s'innamorano davvero.
Tutt'intorno New York: nei graziosi angoli dell'Upper West Side, nei cafè che sembrano quasi francesi, nelle bancarelle colorate, negli appartamenti che più newyorkesi non si può.
Possiamo davvero pensare di trovare una libreria a Manhattan e non sentirci un po' vittime del destino anche noi, romantiche ed ingenue come mai penseresti di una delle più grandi metropoli del mondo? No, appunto.

Wall Street
*Non sarai tanto ingenuo da credere che viviamo in una democrazia, vero Buddy? È il libero mercato!*

C'è questa storia della mia presunta laurea in scienze economiche ed aziendali (risate registrate), che mi ha portato a guardare il mondo della finanza americana con più curiosità che disgusto.
Wall Street ha fatto il suo corso: mi (ci) ha mostrato gli squali, gli yuppies, i colletti bianchi e i grandi investimenti, nel quartiere finanziario più famoso del mondo.
Quando si va a New York non si può prescindere da una capatina nel regno dei WASP, davanti al New York Stock Exchange, fosse solo per vedere se è ancora tutto uguale a come lo raccontava Gekko.

SERIE TV:

Sex and The City
*In questa città l'unica cosa peggiore di essere una trentenne single è essere una ventenne single.*

Ogni spiegazione è inutile: la City è la quinta ragazza, lo sanno tutti.
Bella, glamour, accogliente, romantica, spumeggiante è la perfetta spalla di Carrie, tant'è che lei decide di avere una relazione con la Città, ad un certo punto.
E vogliamo parlare di quando Carrie saluta Big, e Manhattan indossa tutti i più bei colori dell'autunno? E i pranzi a Central Park? E il matrimonio di Miranda e Steve nel giardino?
Niente da aggiungere, una delle New York migliori di sempre.

La Tata
*Mi chiamo Francesca e non sono sposata!*

Sì, okay era girata in studio, era un sitcom con quattro inquadrature fisse per gli esterni e di New York si vedeva praticamente nulla.
Ma si respirava. Perchè si producevano i musical di Broadway in quella casa, perchè zia Assunta stava nel Queens e si vedeva, perchè c'erano storie folli tipiche solo di Manhattan, perchè Francesca citava i posti più improbabili di continuo.
E poi, vabbè, perchè la Tata era una di noi, ora lo so.

Gossip Girl
*Sta a sentire, Socrate: quello a cui abbiamo diritto è un fondo fiduciario, forse una casa agli Hamptons o una bella malattia, ma la felicità non sembra essere contemplata.*

Upper East Side ed Upper West Side: la differenza ce l'ha insegnata la voce fuori campo di Gossip Girl.
E poi abbiamo imparato che ci si ritrova davanti al MET, che si gira in limousine, che le feste si organizzano al Plaza, che la settimana della moda è un evento imprescindibile e che si fa jogging a Central Park.
E che la vita fa schifo anche per quelli che sono ricchi e bellissimi.
Ma la loro Big Apple è bella, molto nuovo millennio (al contrario di SATC, ad esempio), molto decadente ma ancora affermata. E poi ci regala il lieto fine, e noi siamo vittime di storie a lieto fine!

CANZONI:

Take a Walk in the Wild Side (Lou Reed)
*New York city is the place where they said: Hey babe, take a walk on the wild side*

Il Village, gli anni Settanta, la Factory, l'eroina, l'arte, Sunday Morning, Andy Warrhol, Twiggy, il mondo che cambia e non torna indietro.
Cazzo, c'è così tanta New York in questo pezzo, così tanta storia contemporanea, così tante immagini diventate iconiche!
Nulla, questa è da ascoltare quando si cammina a Soho o al Village o a Chelsea, come tributo in movimento a tutto quello che deriva da quelle stesse strade e a tutta quell'arte che ha mutato tutto.

Con un deca (883)
*Resta la soluzione divi del rock, molliamo tutto e ce ne andiamo a New York*

Erano i primi anni novanta, io ero una bambina e gli 883 li ascoltavo anche se non capivo un granchè.
Ma che Max Pezzali avesse la fissa degli Stati Uniti, l'avevo capito pure io.
Ecco io 'sta canzone la canto da quando ho comprato il biglietto aereo: ogni volta che mi prende lo scazzo o la tristezza, me la canticchio e ritrovo un attimo di stabilità.
Sì Max, molliamo tutto e andiamocene!

Hey There Delilah (Plain White)
*Yes, you do Times Square can't shine as bright as you I swear, it's true*

Pezzo che adoro, nonostante la banalità.
Cita Times Square, all'inizio, e allora io me la immagino sempre questa ragazzina che brilla più di tutte le luci del mondo e lui che è così innamorato da doverglielo cantare.
Giuro che la metto nell'ipod, prima di partire, per poterla canticchiare sotto le stesse luci.
É la mia New York romantica, quella che forse si vede meno ma si può sentire comunque.

New York City Boy (Pet Shop Boys)
*You're a New York City boy So young, so run into New York City*

Lo so, è una canzone di merda, ma io ricordo che l'ascoltavo sempre, subito dopo esserci stata con i miei.
Quindi per me è una New York molto spensierata, un New York che va a ballare e vive (cosa che vorrei fare, andare a ballare là, sotto lo sguardo vigile del Top Of The Rock e dell'Empire).
Non dice un granchè, lo so da sola, ma a me piace davvero nel suo essere assolutamente frivola, perchè non è che sia sempre tutto tragedia e melodramma.
Secondo me va ascoltata ad Hell's Kitchen, non so perchè ma m'ispira così.



...Insomma, qui di materiale da studiare, ce n'è veramente tanto!


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